Road to nordkapp

il ritorno

PREMESSA

Il viaggio di ritorno è stato ricco di sfighe ed imprevisti che ho cercato di raccontare nella maniera che mi viene meglio, cioè con una buona dose di autoironia. E’ un po’ la mia filosofia di vita, perché dovrei demoralizzarmi? Con la giusto forza di volontà, tutto si sistema, inutile deprimersi e autocommiserarsi. Sono convinto che i problemi che capitano in un viaggio di questo tipo siano l’essenza stessa del viaggio. Sono proprio questi fatti a farti crescere e a ricordarti che sei vivo. Ed è proprio quando riesci a superare gli imprevisti che ti ricordi che la vita è bella a prescindere. In fondo, il bello dell’avventura e prendere di petto tutti i pugni che il caso ha da offrire.

LA PEDATA TATTICA

Dodicesimo giorni di viaggio. Dopo aver dormito in una tipica Hytta scandinava, mi sveglio soddisfatto dell’obiettivo raggiunto il giorno prima. Ora c’è tutto il ritorno da fare, altri 4000 km che, dopo le meraviglie viste nei giorni scorsi, diventano monotoni e spesso noiosi. La Norvegia abitua gli occhi a paesaggi straordinari e anche se la Finlandiaoffre boschi infiniti e laghi per tutta la sua lunghezza, non regge il confronto e tutto diventa piatto.

Alla sera, dopo aver fatto circa 600 km, mi fermo e nel mentre sistemo le mie cose trovo un cartoncino in una tasca della giacca. Lo apro e, per l’ennesima volta, mi rendo conto di quanto pirla sia. Ok, mi spiego meglio:

100 metri prima del famoso mondo di metallo c’è un posto di blocco dove bisogna fermarsi per pagare l’ingresso, 270 corone norvegesi circa 30 euro, e mi viene consegnato un dépliant che mi da il benvenuto a Capo Nord (il cartoncino sovracitato). Sticazzi, penso, quindi pago ed entro rimuginando sul fatto che 30 euro per un negozio di souvenir, un bar e un globo di metallo sia un po’ esagerato. Va be, per una volta nella vita ci sta! Sto un’oretta sotto alla palla di ferro gustandomi l’impresa fatta e scattando le classiche foto di rito, poi decido di entrare nel negozio di souvenir per comprare un po’ di regali. Mi avvicino ad un cilindro porta magneti da frigo alto circa 2 metri e comincio a scegliere quale comprare, quando ad un tratto mi scivola quello che avevo in mano. Con una pedata tattica dalla dubbia efficacia e un “taaac” per sottolineare la mia grande abilità calcistica cerco di salvare il magnete prendendolo col piede, ovviamente lo schivo e colpisco il porta magneti facendone cadere una ventina e rompendone una paio. Nel giro di pochi secondi ottengo colori in volto degni del miglior Fantozzi e nel frattempo i molti presenti al negozio cominciano a guardare e a ridere, compresi Luca e Marco conosciuti durante il viaggio e con cui ho condiviso un po’ di km. 

La commessa si avvicina, guarda tutti i magneti per terra e sussurra “Oh, there are so many…”, l’aiuto a raccoglierli scusandomi e mi dice che non importa, succede spesso. Quindi esco, prendo la moto e me ne vado, continuando a pensare che 30 cazzo di euro per un mondo, un negozio e un bar sono eccessivi. Il giorno seguente, a 650 km da Nordkapp prendo il suddetto cartoncino datomi all’entrata, noto che si apre, lo sfoglio, lo chiudo, lo riapro. Impreco. Scopro così che è un dépliant che spiega tutte le attrazioni di Capo Nord, la maggior parte sotto terra. Monumenti, cinema panoramico, tunnel, grotta di luci, cappella e musei, tutto sotto i miei piedi. Così, a 650 km di distanza capisco che, in effetti, 30 euro non sono poi così tanti. Come se non bastasse scopro che con 18 euro era possibile acquistare un biglietto ridotto per visitare solo il globo, il negozio di souvenir e il bar… 

VERSO SUD

Entro in Finlandia e il paesaggio che mi si presenta davanti è tanto bello quanto monotono. Strade lunghe e dritte incorniciate da enormi boschi dove ogni tanto spunta una casa o un centro città. Bello sì, ma questo panorama prosegue per un’inifinità. 

Il punto è che l’autostrada che divide a metà la Finlandia è noiosissima ed è un continuo susseguirsi di lavori in corso e centri abitati. Iniziano nel bel mezzo dell’autostrada e l’unico avviso è il cartello con il limite di velocità che cambia da 120 a 80, 60, 40 in base al posto. Così per 1600 km – MILLESEICENTO. E’ proprio per questo motivo che cerco di fare il prima possibile per uscire dal paese, non rispettando sempre i limiti, lo ammetto. In più a forza di percorrere una strada dritta senza qualcosa di interessante da guardare, il più delle volte non ci si rende conto dei cartelli che indicano i limiti. 

Raggiungo la città di Rovaniemi, famosa per essere divisa dal Circolo Polare Artico per ospitare la casa di Babbo Natale. Dopo 10 ore di acqua costante decido di meritarmi un letto caldo, quindi prenoto all’ultimo una camera. Alla “modica” cifra di 50 euro trovo un appartamento splendido con addirittura una sauna. Finalmente relax vero e proprio!

Finalmente riesco ad asciugare l’abbigliamento zuppo di acqua dei giorni scorsi, dormire in un letto decente e a cucinare in una vera cucina. Ma lo ammetto, il fascino di tenda e fornello è tutta un’altra cosa… 

FINLANDIA, PAESE DI BOSCHI, RENNE E CONTRAVVENZIONI

Tornando al discorso dell’autostrada, vi siete mai chiesti quanto costi una multa in scandinavia, più precisamente in Finlandia? Io sì, e mi è sembrato giusto testarlo sul campo. Ma partiamo con ordine. Sono le 7 di mattina in un campeggio a 150 km da Helsinki e dopo (non) aver passato la notte in tenda a 7 gradi (con i dettagli tecnici che ormai sapete ) mi arriva un messaggio da mio fratello: “Ti è arrivata una multa per eccesso di velocità al Passo Giau, 140 euro e 3 punti dalla patente”.

Va be capita, in 50000 km è la prima multa, ci sta. Bene, alle 8.30 entro in autostrada, faccio 5 km e vedo dalla parte opposta un motociclista con un KTM 1090 bianco. Lo saluto, lui non ricambia e fa un gesto strano, come se avesse qualche problema alla moto. Proseguo per 500 metri e di colpo sento delle sirene a tutto volume: prendo una paura folle, mi volto e vedo un poliziotto Finlandese in moto. Era il motociclista di prima che dopo aver fatto inversione a U in autostrada mi ha rincorso, filmato con la GoPro e acceso le sirene per farmi accostare. Mi fermo e mi fa “Eri a 130, il limite qui è 100, 30 km/h di differenza sono troppi, devo farti una multa. Però aspetta, devo controllare meglio perché forse il limite è di 80”. Quindi parte e va a guardare il cartello, dopo 1 minuto torna indietro e mi mostra la foto fatta col cellulare: il limite era 80. Partono smadonnamenti infiniti e nel mentre mi dice che ho superato il limite di 50 e per la legge finlandese è davvero troppo. Consegno la patente, mi fa l’alcol test (negativo) e comincia a stilare il verbale.

Quanto costa quindi una multa per eccesso di velocità in Finlandia? 376 euro e il divieto di entrare in Finlandia per 28 giorni dal giorno successivo. In poche parole sono stato espulso da uno stato, per 28 giorni. Poteva andarmi peggio, avrebbe potuto tranquillamente sequestrare la moto e ritirare la patente, con tanto di manette, evidentemente ha visto la tenda e lo sgabello e ha provato pietà… A fine verbale comincia a domandarmi del viaggio e, stupito del fatto che io sia andato fino a Caponord mi domanda “Did you like Finland? Will you return here?” io: “Eeeeeeeeh madonna, suuuuure, of course!”. Si mette a ridere e va via. È una strana sensazione sapere di non poter entrare in un paese. Mi sento tipo Pablo Escobar.

QUESTA FOTO HA UNA STORIA

Più scendo verso sud, più le temperature aumentano. Il termometro segna 20 gradi quindi pianto la tenda felice del fatto che per una notte avrei dormito a temperature umane. Sì, certo, peccato che appena il sole si nasconde dietro agli alberi arriva il gelo e come ben sapete la mia tenda… beh.. sono un pirla. Mi butto in tenda sperando che la notte non sia eccessivamente fredda come le altre. Ovviamente mi sbaglio.Per tutta la notte, man mano che il freddo aumenta, mi copro sempre di più, imprecando e ottenendo il seguente outfit alla moda degno del miglior stilista del settore: jeans, doppio paio di calzini, scarpe, t-shirt, 2 magliette termiche, felpa, giubbotto da moto con tanto di protezioni, accappatoio sopra a tutto, pantaloni da moto sopra i piedi e sacco a pelo (estivo).

Niente di questo basta e dopo non aver chiuso occhio per tutta la notte mi alzo alle 5 per andare a scaldarmi nei bagni del campeggio (quanto preso male sono?). Guardo la temperatura: 4 gradi. Nel mentre vado verso i bagni noto che il sole è sorto e una leggera nebbiolina copre il laghetto vicino alla tenda. Cazzo che figata, corro a prendere la fotocamera e comincio a scattare qualche foto, sperando di farne qualcuna di decente. Queste sono quelle che mi piacciono di più, non sono chissà cosa ma per me significano molto perché hanno una storia da raccontare.

La storia di quella volta che sono andato a Caponord con una tenda traforata e il sacco a pelo estivo. Ah, quello stesso giorno, 3 ore più tardi, un poliziotto finlandese mi multa e mi bandisce dalla Finlandia per 28 giorni. Mannaggia a me… 

STORIE DI SCARSO ORIENTAMENTO E CATENE MORENTI

Il giorno dopo parto in direzione Riga. Prendo il traghetto che da Helsinki porta a Tallin dove conosco altri motociclisti che sono andati a Nordkapp. Conscio del fatto che la nave fosse enorme e non avrei mai ritrovato la moto se non fossi stato attento, mi segno bene il piano, la scala e il punto in cui l’ho parcheggiata. Quando sento l’annuncio che mancano solo 30 minuti all’arrivo, anticipo i tempi e vado direttamente verso la moto. Ovviamente tutto quello che ho scritto non basta, mi perdo e passo 20 minuti a cercare la moto, che trovo per puro colpo di culo…

Arrivo in centro a Riga dove dormo in uno dei peggiori ostelli in cui sia mai stato… Sfrutto la sera per visitare il centro di Riga, città meravigliosa! La mattina dopo parto e, giusto per non far mancar nulla all’avventura, alle 10 di mattina nel bel mezzo di un incrocio del centro, mi cade la catena della moto. Premetto che mi è andata molto bene, sapevo che era alla fine dalla sua vita quindi la tiravo ogni 2000 km. Il giorno prima mi sono dimenticato di farlo e al posto di cadere poteva tranquillamente spezzarsi. Ecco perché bisogna sempre portare con se gli attrezzi necessari per superare i piccoli imprevisti di un viaggio.

Non sono stati due giorni particolarmente fortunati, tra una multona in Finlandia e questo… Sta moto mi odia, è ufficiale. Almeno mancano “solo” 1900 km per arrivare a casa. 

PERDERSI PER RITROVARSI

Non sono stati due giorni particolarmente fortunati, tra una multona in Finlandia e questo… Sta moto mi odia, è ufficiale. Almeno mancano “solo” 1900 km per arrivare a casa.

Una giornata cominciata male non poteva che continuare in tal modo. Una delle regole più importanti di un motoviaggiatore che sceglie la tenda, è di fermarsi prima che venga buio per poterla montare con la luce, altrimenti è un casino. Ecco, sono le 22 e io ho appena finito di montarla. Perché? Perché sono un testardo e se decido che oggi voglio fermarmi in tal paese, devo assolutamente fermarmi in tal paese, Varsavia in questo caso. Solo che la catena a terra e ore e ore di colonna mi hanno rallentato molto, fatto sta che per fare 690 km ci ho messo 11 ore. Arrivo a Varsavia alle 20:30 senza avere la minima idea di dove dormire, quindi imposto il navigatore per fermarmi al campeggio più vicino, 65 km. Arrivo al posto indicato e, come per incanto, il campeggio non esiste! Va beh, capita, ne cerco un altro: il navigatore si spegne e non riparte più. Caput. Morto. Ndato.

E io, che mi perdo in un traghetto, so di essere fottuto. Vago per un ora, rigorosamente a caso, sperando di imbattermi miracolosamente in un campeggio, ma niente. Ad un certo punto mi fermo in una stazione di servizio e, vedendo passare una volante sella polizia polacca, mi butto in mezzo alla strada per fermarla e chiedere aiuto.

Scende un agente e gli chiedo “Do you speak english?” lui: “If I speak english? Fuck yeah, I do!!” e già qua… Gli spiego il mio problema e lui, prontamente e con molta gentilezza, mi spiega la strada per il campeggio più vicino. Ovviamente per arrivarci sbaglio strada tre volte ma alla fine ce la faccio. Ed eccomi qui, alle 22, mentre monto la tenda alla penombra, stanco ma felice. Felice perché è proprio questo che amo di un viaggio in moto, perdersi per ritrovarsi. Amo follemente dormire in tenda, anche solo il semplice montarla. Non c’è albergo a mille mila stelle che regga al suo fascino. Ora devo farmi 1400 km senza navigatore. IO. Vi rendete conto? IO.

L'EST EUROPA

La cosa bella di entrare nei paesi dell’Est dopo aver passato tutti quei giorni in Scandinavia, è il costo della vita. Qui infatti è molto basso e dopo aver trascorso tutto il viaggio a risparmiare il più possibile, do sfogo alla mia voglia di birra e cibi non liofilizzati. Basta salame del discount scaldato sullo scarico della moto! A Brno in un campeggio scrausissimo, la birra da mezzo costa 1,11 euro e la mia voglia di tornare a casa diminuisce sempre di più… Riflessioni di viaggio: qui ci sono 32 gradi, visto che avevo ragione a portare la tenda estiva? Eh? Eh? EEEEEH? Tra l’altro, dato che molto vicino a me c’è la pista del Motomondiale, sarei quasi intenzionato a entrarci con la Lurida 2 (con tanto di tris valige, tenda e sgabello) e abbassare il giro veloce di Marquez di qualche secondo. Poi ci ho ripensato, non vorrei mai fottere il posto a Pedrosa in MotoGP…

Durante la discesa incontro due ragazzi italiani che sono andati fino alla vetta del mondo con una panda 4×4 che, a detta loro, è “Alimentata a benzina e bestemmie“. Massima stima gente, davvero!

Vari stati passano sotto le ruote della mia moto, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca ma la mia mente è altrove. I ricordi indelebili di ciò che mi ha lasciato questo stupendo viaggio mi fanno perdere la cognizione del tempo e nel giro di pochi giorni raggiungo l’Austria dove finalmente comincio a sentire il profumo di casa 

Ad aspettarmi ai confini italiani ritrovo gli accompagnatori del primo giorno di marcia e, non bastandomi le migliaia di chilometri percorsi, decidiamo che la maniera migliore per concludere quest’avventura sia quella di passare attraverso i più bei passi dolomitici.

CASA

Dopo 9710 km, 18 giorni di viaggio e 12 stati attraversati, casa. È stato un viaggio lungo ed emozionante che mi ha messo duramente alla prova, ma la sensazione di vittoria è impagabile.

La moto che si spegne, la tenda e il sacco a pelo estivi, una multa, non riuscire a ritrovare la moto nei tanti traghetti utilizzati, la catena che cade in centro a Riga, i quattordici giorni di pioggia costante… Niente di questo mi ha demoralizzato e sono sempre andato avanti per la mia strada, con un solo pensiero in testa: voglio farcela. Questa per me è la vita. Il vero vivere. La passione per la moto è tanto pericolosa quanto costosa, ma non c’è nulla di più bello al mondo di cavalcare un aggeggio con due ruote che ti fa patire il caldo in estate ed il freddo in inverno. Compratevi una moto, usatela, infangatela e viaggiate; non conosco maniera migliore di usare il proprio tempo. Senza ombra di dubbio è stata la scelta più importante e migliore che abbia mai fatto in tutta la mia vita.

Una dedica a lei, la Lurida 2, che nonostante mi abbia fatto incazzare spesso, mi ha permesso di realizzare questo sogno.

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